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Sei nella mia storia e siamo andati al mare.

 

La notte adombra il cielo e svela le prime luci del mattino. La città giace immobile nel silenzio e attende il nuovo giorno. Io sono qui… aspetto. Da quella strada laggiù in fondo arriveranno e mi porteranno al mare.

Il mare. Ci andavo spesso da bambina. Un privilegio da ricchi allora. Guardavo le mie impronte stagliarsi sulla sabbia e ridevo… sembrava una magia. Se vi è capitato di incontrare una bambina più o meno alta così, con due lunghe trecce rosse correre al contrario sulla spiaggia… ebbene siatene certi quella ero io, la “piccinina”. Ho travolto qualcuno nel mio passaggio. Ho ricevuto in cambio sguardi amorevoli e allegri e sguardi astiosi e insofferenti. Non sempre c’è comprensione per la gioia di vivere!

L’alba si è svegliata e ha acceso le luci, quelle delle case e del sole. Qualcuno lancia uno sguardo distratto alla strada e l’attraversa a passi svelti. Il rombo di un motore rompe il silenzio e si avvicina. Anche la città si è svegliata. E’ iniziato un nuovo giorno.

Io sono qui. Aspetto. Da quella strada, laggiù in fondo, arriveranno e mi porteranno al mare.

 

Il mare è anche lì, sopra la credenza del soggiorno. Foto di famiglia. Impresa non facile radunarli tutti e incorniciarli. Mi guardano e sorridono. Quasi tutti almeno.

Giorgia ha un’espressione imbronciata. Lei, sempre così solare e allegra. Odia fare le foto. Dice che viene male, che è brutta. “Ma se sei così carina” le dico io. “Lascia perdere” risponde e sbuffa. Come nella foto. Ma arriverà quel giorno ne sono certa. Il giorno in cui riflettendosi negli occhi di un uomo vedrà la ragazza meravigliosa che vedo io. Glielo dissi una volta. Se ne andò via adirata o forse era solo triste per il protrarsi dell’attesa.

Lorenzo sembra un soldatino compito, ma lo tradisce il sorrisetto malizioso di chi sta pensando alla prossima marachella.

Poi c’è Matteo, il piccolo Matteo. Quando arriva mette a soqquadro la casa e non finisce più di parlare. Adorabile.

Ci sono anche Lucia e Alfonso. Rispettivamente mia figlia e mio genero. Lui super impegnato sul lavoro; lei super impegnata tra casa e figli. Lui che non ha perso occasione per far carriera; Lucia che ha messo i suoi sogni nel cassetto per aprirlo… un giorno chissà… come dice lei. Non so se sono felici, ma si vogliono bene.

Viaggio con lo sguardo tra le impronte del tempo, disseminate nella casa. Non amo accumulare oggetti. “Sobrietà è eleganza” ripeto spesso a mia figlia, ma mi piace circondarmi di cose belle e care.

Un vecchio crocifisso di legno. Lo trovai in soffitta nella casa della nonna. Lei me lo regalò pulito e sistemato per la prima comunione.

Il pianoforte. Uno dei sogni non realizzati di Lucia. Suonava divinamente. Ancora oggi, quando di tanto in tanto si siede, con il tocco delicato delle sue dita infiamma la casa di musica e di gioia il mio cuore. La rivedo bambina accanto al padre, l’uomo che amavo, cantare felici. E ancora foto; la credenza di mamma; il pagliaccetto di Lorenzo; il violino di zio Alberto; la strada…

La strada brulica di gente. Camminano a passi svelti e decisi, ciascuno verso la propria meta. Qualcuno si sofferma a chiacchierare. I negozi sono aperti già da un po’ e inghiottono signori e signore indaffarati. Talvolta quando il tempo scorre lento mi diverto a inventare una storia per ciascuno di loro. Non sanno che li osservo all’affacciarsi di ogni nuovo giorno e li riconosco, in mezzo a tanti, dall’andatura del loro passo. Oggi no. Oggi aspetto qualcuno. Da quella strada laggiù in fondo arriveranno e mi porteranno al mare.

 

Eccoli! Sono loro. Evviva. L’androne delle scale si è riempito delle loro voci gioiose. Tutti sapranno che oggi per me è un giorno di festa. Oggi vado al mare!

La porta si spalanca. Il primo a corrermi incontro è Matteo. Mi stampa un bacio sulla guancia e mi abbraccia forte. Sono felice e frastornata. Ricevo tanti baci e contraccambio.

Sono tutti accaldati e stanchi, ma Matteo no, ha tante cose da raccontare. Apre la sua valigia; fruga tra i giochi e … “Ta-da-da-dan… (dice proprio così!) nonna, nonnina cara, guarda cosa ti ho portato”. Mi porge una scatoletta con della sabbia, quella della spiaggia dove ama giocare. La faccio scorrere tra le dita, mi piace sentirla scivolare. Poi estrae una bottiglia. Sua madre contrae il volto in una smorfia di disappunto. Lui la supplica, io acconsento.

L’acqua di mare scorre sulle mie mani e riempie un catino. Sul fondo riversa le sue meravigliose conchiglie e i sassolini colorati. Per ciascuno ha una storia o un particolare da farmi notare. Gli altri sorridono e raccontano, nelle brevi pause da lui concesse, il tempo delle vacanze estive.

“Giorgia s’è fatta il fidanzato!” sentenzia Lorenzo, in piedi pronto a scappare. Sua madre interviene. Giorgia reagisce stizzita (o fa finta!) e spruzza l’acqua al fratello lanciando parole.

Gocce salate bagnano le mie labbra e la casa si riempie di mare. Chiudo gli occhi e lo sento. È un onda di calore che invade il cuore. Lo stringo forte tra le dita, anche se fa un po’ male.

Ora è sceso il silenzio e la pace. Li vedo sventolare le mani e volano baci. La strada è gelosa e li porta lontano.

 

Lo accompagno a dormire. Lo cerco nella tasca e lo adagio tra le foto dei miei cari, per la preghiera di ogni sera. Poi un’idea accende di nuovo il sorriso…

Un po’ di sabbia, un po’ di acqua di mare, una conchiglia rovesciata per la culla e un po’ di sassolini color del cielo per ricordare. Si fa avanti la foto di zio Francesco, lo zio pastore e quella di zio Giacomino con la stazza del bue. Si spostano mamma e papà a vegliare e i miei angioletti, i bambini, a contemplare. Oggi, caro Gesù Bambino, sei nella mia storia e siamo andati al mare. Oggi per me è Natale!